mercoledì 15 dicembre 2010

Un soffio libertario su Atene



Dopo le elezioni di novembre, il governo social-democratico del PASOK ha portato un attacco senza precedenti ai diritti e al reddito di lavoratori e pensionati. Nel frattempo, il sistema bancario esercita una pressione soffocante per le piccole imprese imponendo il blocco ad ulteriori prestiti e la inevitabile chiusura di queste. Le notizie relativa al licenziamento di lavoratori sono all’ordine del giorno mentre gli annunci di nuove assunzioni sono sostanzialmente inesistenti e anche quando esistono, esistono a condizioni umilianti. Il paese è entrato in un processo di indebitamento miscelato dal FMI e dalla UE, mentre la presenza della “Troika” (UE, BCE, FMI) è ormai costante.
Lo sforzo governativo di dimostrare una diminuzione del deficit finanziario nazionale avviene attraverso l’aumento della tassazione diretta sui beni di prima necessità, attraverso la diminuzione del personale nel settore pubblico (sanità, istruzione, ecc), attraverso il drammatico ritardo nei pagamenti per il personale così come per i fornitori, ecc. Allo stesso tempo, lo stato costantemente aumenta la repressione e riempie le strade, piazze e quartieri con migliaia di agenti di polizia. Le crudeli misure - finanziarie ma non solo - imposte finora dalla politica governativa sotto regia del FMI, non sono avvenute in condizione di pace sociale. Naturalmente, le manifestazioni e gli scioperi che hanno avuto luogo non sono riusciti a fermare la realtà di cui sopra.
Tuttavia esse hanno funzionato almeno come un segno che la società non è rassegnata e che ha la forza, se lo desidera, di resistere. La dimostrazione del 5 maggio è stata la “chiave di volta” per queste mobilitazioni. Lo sciopero generale che si è svolto in quel giorno è stato determinato da una non comune dimostrazione nel centro di Atene. I partecipanti sono stati di gran lunga più di cento mila. La decadenza del sistema politico, il coinvolgimento costante dei politici di alto rango in scandali finanziari, le bugie pre-elettorali e le politiche finanziarie e barbare combinate con le politiche di offrire enormi aiuti finanziari alle banche, hanno creato, all’interno della società, un chiara visione negativa dei politici. Questa opinione è stata espressa prevalentemente nella dimostrazione di Atene della maggioranza dei manifestanti. Due “tradizionali” slogan anarchici (“Lasciate che il Parlamento-bordello bruci” e “Poliziotti-maiali-assassini”) hanno scandito tutta la dimostrazione. La folla ha cercato di entrare nell’edificio del parlamento greco.
La pressione esercitata dal corteo sulle forze di polizia è stata così grande che la polizia ha avuto bisogno di attaccarlo in vari punti per cercare di disperderlo. Quest’atmosfera “accesa”, o almeno la decisione senza cervello di alcune persone di appiccare il fuoco ad una banca, ha provocato la morte per soffocamento di tre
lavoratori bancari. Questo incidente ha sconvolto la folla, e il drammatico cambiamento psicologico che è piombato nella manifestazione ha prodotto il dissolvimento volontario della folla. Il governo, i partiti politici, i media, e il mondo delle imprese si sono precipitati a creare un clima contro gli scioperi, le dimostrazioni e gli anarchici. Gli scioperi seguenti e le manifestazioni sono state caratterizzate da una graduale diminuzione della partecipazione fino agli inizi dell’estate torrida, quando tutti si sono precipitati a prendere ferie pur essendo consapevoli del fatto che un autunno davvero difficile è alle porte. C’è quindi una grande fluidità politica e sociale. La maggior parte delle persone non si fidano dei partiti politici esistenti. Tuttavia, questo non significa né che manca la fiducia nelle istituzioni politiche o di una riforma sociale radicale. Inoltre, non dimentichiamo che l’esistenza del rapporto clientelare - che è stato a fondamento dello stato greco - presuppone non solo l’esistenza dei politici, ma anche degli elettori, “clienti” che cercano di assicurare per se stessi un lavoro nel settore pubblico o un trattamento di favore da parte della burocrazia statale. Questa mentalità combinata con una pervasiva cultura piccolo-borghese e consumista, che è stata dominante nella società negli ultimi trenta anni, non può essere facilmente superata verso una direzione radicale. Proclamando ai loro elettori-clienti che “questo gioco è finito”, lo stato e i partiti politici, attualmente, si dimostrano come i nemici della mentalità che hanno fertilizzato per tanti anni. Oggi il gioco è totalmente definito dal mercato monetario internazionale e la compagine governativa, espressione clientelare di questa loro cosiddetta “democrazia”, cerca di convincere la popolazione greca di essere corresponsabile dello spreco di fondi statali e quindi di giustificare le “punizioni” a cui saranno sottoposti. Prima di chiudere questa descrizione, troviamo utile fare riferimento ad alcuni elementi che riteniamo importanti nella pratica anarchico–antiautoritaria così come noi la definiamo in Grecia.
La presenza di anarchici e antiautoritari nelle mobilitazioni sociali di oggi è qualcosa di più visibile. Se qualche anno fa la loro presenza era forte solo in manifestazioni in materia di istruzione, oggi costituiscono una parte inscindibile delle manifestazioni che riguardano i problemi dei lavoratori. La fondazione, attraverso l’iniziativa anarchica o libertaria, di alcuni sindacati di base che funzionano sulla base di assemblee di democrazia diretta, ha spianato la strada per gli anarchici nel partecipare alle lotte dei lavoratori non come semplici visitatori. La loro presenza ad esempio alla dimostrazione del 5 maggio può essere identificata in tre forme. In primo luogo, era la presenza e il rafforzamento del blocco dei sindacati di base e radicali e le assemblee dei lavoratori e dei disoccupati. In secondo luogo, era la forma di partecipazione ai blocchi di alcuni gruppi anarchici. L’ultimo, è stata la forma di essere presente alla manifestazione in maniera diffusa e non come una presenza autonoma, e senza focalizzarsi sullo scontro con le forze di polizia. Un nuovo elemento, che è apparso durante una manifestazione che ha avuto luogo in seguito, è stata la presenza di blocchi creati da assemblee aperte da diversi quartieri di Atene o assemblee dei lavoratori e dei disoccupati. Questi nuovi blocchi si sono formati nel loro quartiere e in seguito sono confluiti nella manifestazione principale. In queste assemblee piccole ma molto attive, si può vedere l’unificazione degli interessi locali e degli interessi dei lavoratori, l’unificazione delle lotte locali con le lotte di classe. Questo “movimento dei Quartieri”, è sorto dagli eventi del dicembre 2008. Oggi, ad Atene ma anche a Salonicco, costituisce un fronte importante di individui autonomi ed indipendenti nei confronti di organizzazioni o partiti politici ed anima le lotte sociali. Questo movimento ha conseguito vittorie piccole ma tangibili. Gruppi anarchici, o singoli compagni, hanno prodotto impulso in tali assemblee (Agios Dimitrios, Agia Paraskeui, Petralona, Zografou, ecc), l’immissione di auto-organizzazione e di democrazia diretta è alla base di un costante sviluppo della pratica sociale. Inoltre, queste forme di riunione, hanno costituito la palestra per l’educazione delle nuove lotte (per lo più riguardanti gli spazi sociali) e dei nuovi impegni per l’auto-organizzazione dei lavoratori (assemblee locali dei lavoratori e dei disoccupati).

Gruppo dei comunisti libertari Atene

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