domenica 14 marzo 2010

Atene: palestra d’anarchia



Da un mese a questa parte il governo guidato dal PASOK sta portando avanti un pesante attacco nei confronti dei lavoratori con severe manovre economiche: in particolare la prima ondata si concentra sui salari degli impiegati pubblici.
I mass media così spiegano: il paese, oberato dal debito, è sotto l’intensa pressione dei mercati e dell’Unione Europea per cercare di ridurre il deficit dal 12,7% al 8,7% entro la fine del 2010. Nell’ultima settimana il governo ha varato misure per 6,5 miliardi di euro che prevedono il taglio dei salari nel pubblico impiego, il congelamento delle pensioni e l’aumento dell’IVA.
Il debito dello stato nei confronti delle quattro principali banche del paese è aumentato del 23%, mentre il governo precedente guidato da Nuova Democrazia, solo otto mesi fa, aveva concesso a tutte le banche greche 28 miliardi di euro per aiutarle ad affrontare la crisi economica.
Un primo sciopero in risposta a queste manovre è stato proclamato il 10 febbraio, organizzato solo da ADEDY, l’unione dei sindacati degli impiegati pubblici, quello successivo il 24 febbraio, organizzato da ADEDY e GSEE (la confederazione dei sindacati del settore privato).
I lavoratori hanno nuovamente incrociato le braccia il 5 marzo e circa 25.000 persone hanno preso parte alla manifestazione principale, ad Atene. I sindacati, controllati dallo stalinista Partito Comunista Greco (KKE), e che rientrano sotto il fronte sindacale del PAME, hanno deciso di organizzare cortei separati ad Atene e nelle altre città del paese.
In questa giornata sono scoppiati scontri tra i manifestanti e la polizia in assetto antisommossa. Inoltre, nel corso del corteo ad Atene, i lavoratori hanno attaccato il segretario del GSEE, nonché membro del PASOK. Nella stessa manifestazione l’anziano militante di sinistra Manolis Glezos, di 88 anni, è stato vittima di una carica della polizia mentre cercava di evitare l’arresto di un manifestante. Per fortuna non ha riportato danni fisici: Manolis Glezos è colui che, con un altro compagno, salì sull’Acropoli per togliere la bandiera nazista durante l’occupazione tedesca della Grecia.